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Ambiente

SALVIAMO IL MONDO
PARTENDO DALLA TAVOLA
di John Bradley

Come ogni anno il 5 giugno, si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Quest’anno l’attenzione si concentra sull’impressionante realtà degli sprechi alimentari. Nazione ospitante: la Mongolia.

Think, eat, save... Pensa, mangia, salva. Ovvero “So think before you eat and help save our environment!” (Quindi, pensa prima di mangiare e contribuisci a salvare la natura!). È questo lo slogan che accompagna “La Giornata Mondiale dell’Ambiente 2013” che si svolge, come ogni anno, il 5 giugno. Un evento il cui fine è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sulla necessità di salvaguardare l’ambiente e preservare l’ecosistema, e che si ripete da oltre 40 anni, da quando venne istituito nel 1972 dall’Assemblea Generale dell’Onu, per ricordare la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano di quell’anno, che diede vita al Programma Ambiente delle Nazioni Unite (U.N.E.P., United Nations Environment Programme).
Temi diversi ogni anno, Paesi diversi a rappresentarli. Da Ghiaccio che si scioglie, un tema che scotta? del 2007, con capitale la città di Tromsoe in Norvegia, a Molte specie, un pianeta, un futuro sulla biodiversità, Paese ospitante il Rwanda, nel 2010, fino a Economia verde: ti include?, dello scorso anno, Paese ospitante il Brasile con Rio de Janeiro come città referente, solo per restare sugli argomenti degli ultimi anni.
Per questo 2013, invece, con Think, eat, save si sono puntati i riflettori sui rifiuti alimentari e sulla necessità di ridurre gli sprechi e regolamentare la produzione di cibo. Il Paese ospitante è la Mongolia, una Nazione che si sta prodigando per passare ad un’economia ecosostenibile e sta riducendo fortemente le emissioni nell’atmosfera dei gas serra, educando nel contempo la popolazione e sostenendone le attività, indirizzandole verso la protezione ambientale.
Il tema prende lo spunto dai dati impressionanti diramati dalla Food and Agriculture Organization (Fao) sull’attuale situazione mondiale. Ogni anno vengono buttate nella spazzatura 1,3 miliardi di tonnellate di cibo; una quantità pari a quella prodotta nell’Africa sub-sahariana. Nei Paesi in via di sviluppo i rifiuti si creano principalmente nella fase iniziale della lavorazione, a causa di problemi nella produzione, stoccaggio e conservazione degli alimenti. Nei Paesi industrializzati, invece, avviene soprattutto a causa dei consumatori che acquistano quantità di cibo che poi non vengono utilizzate e marciscono nei frigoriferi oppure, una volta sulla tavola, non vengono consumate.
A questo proposito si calcola che negli Stati Uniti il ​​30% di tutti i prodotti alimentari viene gettato via quotidianamente con uno spreco di 48,3 miliardi di dollari. In Gran Bretagna, invece, ogni famiglia spreca circa 6,7 ​​milioni di tonnellate di cibo ogni anno, circa un terzo dei 21,7 milioni di tonnellate acquistati.
E nell’Unione Europea? L’Università di Bologna ha recentemente condotto un’indagine su questo tema. I risultati dicono che nell’Ue, si gettano 90 milioni di tonnellate di cibo l’anno, 180 chilogrammi a persona; in particolare, in Italia vengono messi nella spazzatura 15 miliardi di euro l’anno, più o meno 4 euro settimanali a testa.
Pane, yogurt, verdura, pasta sono gli alimenti più gettati, e a farlo sono spesso famiglie con bambini. Ci sono anche i single che gettano via il cibo, perché le confezioni sono troppo grandi per chi vive da solo. I più virtuosi sono, invece, gli anziani, che in fatto di sprechi sono praticamente a zero.
Milioni di tonnellate di alimenti gettati via, eppure ogni sette persone nel mondo ce n’è una che non ha cibo sufficiente per sfamarsi, mentre tutti i giorni oltre 20.000 bambini di età inferiore ai 5 anni muoiono di fame.
Ma i dati Fao non si fermano qui. È stato evidenziato che per coltivare il cibo necessario per sfamare i 7 miliardi di persone che abitano il pianeta (si stima che nel 2050 saranno 9 miliardi), viene utilizzato il 25% della terra abitata e il 70% dell’acqua potabile, mentre si incide sulla deforestazione per l’80% e si produce il 30% dei gas serra, parte dei quali derivanti dagli allevamenti animali.
Per produrre 1 litro di latte sono necessari 1.000 litri di acqua, e ogni giorno una mucca ingerisce da 12mila a 16mila litri di acqua sotto forma di foraggio; senza contare che la maggior parte di esse viene allevata per ricavarne hamburger e bistecche, che prima di arrivare sulle nostre tavole richiedono migliaia di litri d’acqua per la loro lavorazione e l’emissione di CO2 per il loro trasporto.
Con la campagna di quest’anno, l’Unep chiede a ciascuno di noi di prendere consapevolezza delle proprie abitudini alimentari ed una maggiore attenzione ai comportamenti quotidiani, al fine di poter incidere positivamente sulla produzione di cibo e sulla catena alimentare. Come? Per esempio, acquistando cibo a chilometri zero, che non necessita di grandi trasporti e limita l’emissione di gas serra, oppure privilegiare alimenti bio, che non contemplano pesticidi o prodotti chimici durante la loro produzione. O ancora, acquistare quotidianamente gli alimenti in modo tale da limitare al massimo gli sprechi dovuti alla loro cattiva conservazione.
Insomma, piccoli gesti che non costano nulla ma, anzi, ci fanno risparmiare, fornendo contemporaneamente un grande aiuto a questo nostro, meraviglioso ma maltrattato pianeta.
Quindi, pensa prima di mangiare e contribuisci a salvare la natura! (tratto da 50&Più, n.6, giugno 2013)


Siamo in riserva”:
salviamo l'ecosistema partendo dal Mozambico 


Il fiume Melela (Foto Cosv)
Tremila metri quadrati di superficie, oltre 100 specie di animali tra elefanti, leoni, leopardi, impala, rinoceronti, giraffe; oltre 114 specie di uccelli... E' la riserva naturale di Gilè, in Mozambico, un paese di incomparabile bellezza martoriato da anni di guerra civile, che ha segnato il territorio e la popolazione. Danneggiato dallo sfruttamento delle sue risorse, il parco di Gilè è oggi il simbolo dell'attacco continuo all'ecosistema portato dall'uomo, e del fragile equilibrio che si è venuto a formare nella condivisione degli spazi vitali.
Su questo tema e sulla possibilità di “ridurre le distanze” tra l'Italia ed il Mozambico, il Cosv ha dedicato l'evento, Siamo in riserva, che si terrà giovedì 16 dicembre, ore 18.30, presso la “Sala Starlin Arush” in via Aniene, 26/A a Roma.
All'incontro, nel quale verrà proiettato un film-documentario sul parco Gilè, parteciperà Fulco Pratesi, naturalista e presidente onorario di WWF Italia.

Per saperne di più: www.cosv.org







La civiltà in un "click"



Oslo: colonnine di ricarica per auto elettriche, 
poste nel centro della capitale norvegese. 
Dal 2015 in Norvegia si potranno vendere 
solo auto ecologiche: 
elettriche, a metano o idrogeno. (Foto F. Ceraudo) 







Nottingham da imitare

Spetta a Nottingham, la cittadina resa famosa da Robin Hood e dalla sua brigata, la palma di città inglese meno dipendente dalle auto.  
Merito dell'amministrazione locale che ha realizzato una rete di piste ciclabili lunga 50 chilometri, e di tram elettrici (5 chilometri,) incrementando  contemporaneamente il numero di bus urbani. Altre "mosse" strategiche sono  state: la dislocazione degli esercizi commerciali lungo tutti i centri abitati, in modo tale da ridurre gli spostamenti dei cittadini con i mezzi privati; la creazione di un efficiente servizio di scuolabus, cosicché i genitori non siano più obbligati ad accompagnare i figli a scuola in auto; la tassazione di 300 sterline per tutti coloro che si recano al lavoro con l'automobile e la parcheggiano in centro. I proventi da questa tassa verranno reinvestiti in trasporti pubblici.   


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