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Turismo


Cultura, arte, tradizioni, iniziative: luoghi e Paesi da scoprire o riscoprire

UN BIGLIETTO PER...


Le notti bianche di San Pietroburgo

di Loris Porcheri
«T'amo, o città di Pietro, o creatura/armoniosa, amo le tue severe/forme, del fiume il corso maestoso;/amo il granito delle tue riviere,/dei tuoi cancelli bronzei la fattura/elegante, e il crepuscolo pensoso/delle tue notti illuni trasparenti/quando nella mia stanza leggo e scrivo/senza lume e son chiare le dormienti/strade deserte e luccica d'un vivo/chiarore la guglia dell'Ammiragliato...».
Una notte meravigliosa, questa descritta da Aleksandr Puškin, una di quelle notti che soltanto San Pietroburgo sa regalare. E Puškin, che viveva nell’antica capitale russa, lo sapeva... Conosceva la bellezza di questa città, sapeva quanto Pietroburgo sa essere magica, soprattutto in principio dell’estate, quando la sera viene avvolta in un chiarore costante, ed il buio non riesce a farsi strada tra palazzi, vie, parchi e fiumi. 

Sono le notti bianche a cui lo scrittore russo ha dedicato l’incipit del suo poema Il cavaliere di bronzo, notti in cui la luce avvolge costantemente la città tenendola in un abbraccio crepuscolare senza volgere definitivamente al buio. 

Il fenomeno delle notti bianche riguarda le città poste nelle aree prossime al circolo polare artico, ma soltanto a San Pietroburgo assume un sapore speciale: sarà per la bellezza della sua architettura, sarà per la storia che ha attraversato i suoi quartieri o per quel sottile alone di mistero che la percorre, retaggio di un’anima che racchiude in sé Oriente e Occidente, creata e miscelata dal visionario disegno di Pietro il Grande che la fondò nel 1703. 

Un’idea folle, quella di costruire una città in un luogo insalubre e paludoso come il delta della Neva, ma che lo zar portò a compimento come il suo progetto: occidentalizzare la Russia per renderla più moderna. E Sankt Peterburg, come fu chiamata allora, fu il suo biglietto da visita, tanto da farla diventare capitale dell’impero. 

Affacciata sul Baltico, costruita su 110 isole collegate tra loro da oltre 700 ponti, che durante le notti bianche si alzano uno dopo l’altro per lasciar passare le grandi navi mercantili che percorrono la Neva, oggi San Pietroburgo è una metropoli di circa 5 milioni di abitanti, con un patrimonio artistico e culturale immenso. Basta aggirarsi per il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, per assaporarne tutta la magnificenza. A cominciare dal Palazzo d’inverno, muto testimone della vita intima degli zar, prima, e dei rappresentanti della Rivoluzione d’Ottobre, poi. Parte delle sue 1786 stanze, decorate con stucchi preziosi e oro, sono occupate da uno dei più importanti musei al mondo: l’Ermitage. 

Realizzato da Caterina la Grande per la sua collezione privata, oggi il museo ospita circa 2milioni e 700mila articoli tra dipinti, sculture, reperti archeologici e monete.

La luce crepuscolare rende ancora più suggestiva la strada più famosa di Pietroburgo, quella Prospettiva Nevskij protagonista di opere letterarie e musicali. Cuore pulsante della città, con negozi, ristoranti, cinema, musei e teatri raccoglie lungo i suoi oltre 4 chilometri, preziosi gioielli come la Cattedrale di Nostra Signora di Kazan, custode di una delle icone più care al popolo russo, la Madonna di Kazan; la Chiesa della Resurrezione, che richiama l’architettura della Cattedrale di San Basilio a Mosca; la Biblioteca di Stato e il Monastero Aleksandr Nevskij della Santissima Trinità. 

E come non dedicare una visita alla Fortezza di Pietro e Paolo - con all’interno l’omonima cattedrale, luogo di sepoltura di tutti gli zar Romanov, la Zecca e la Casa della barca di Pietro, dove è conservato il natante con cui lo zar imparò a navigare - o alla Cattedrale di Sant’Isacco, la cui cupola dorata è tra le più grandi del mondo o alla statua equestre di Pietro I, quel Cavaliere di Bronzo omaggiato da Puškin. 

Là, in sella al suo cavallo selvaggio, sembra che il grande zar stenda la mano a proteggere quella città che ha fortemente desiderato... Chissà cosa direbbe oggi nel vederla alla luce delle sue notti illuni trasparenti... (Tratto da 50&Più-n. 6, 2012)
La statua equestre di Pietro il Grande





Rovaniemi, dove Santa Claus è sempre realtà

di Loris Porcheri

«Caro direttore, ho otto anni. Alcuni dei miei amici dicono che Babbo Natale non esiste. Mio papà mi ha detto: “Se lo vedi scritto sul Sun, sarà vero”. La prego di dirmi la verità: esiste Babbo Natale? Virginia O’Hanlon».

«Virginia, i tuoi amici si sbagliano. Sono stati contagiati dallo scetticismo tipico di questa era piena di scettici. Non credono a nulla se non a quello che vedono. (...) Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste così come esistono l’amore, la generosità e la devozione, e tu sai che abbondano per dare alla tua vita bellezza e gioia. (...) Ah, Virginia, in tutto il mondo non esiste nient’altro di più vero e durevole. Nessun Babbo Natale? Grazie a Dio lui è vivo e vivrà per sempre. Anche tra mille anni, Virginia, dieci volte diecimila anni da ora, continuerà a far felici i cuori dei bambini».


Era il 1897 quando la piccola Virginia scrisse quella lettera piena di dubbi al direttore del New York Sun, un importante quotidiano dell’epoca. Al quesito rispose Francis Pharcellus Church, uno dei giornalisti più esperti della testata, corrispondente della Guerra di Secessione; rispose in incognito ma la sua replica non passò inosservata nonostante fosse stata pubblicata senza enfasi, in settima pagina. Milioni di lettori furono colpiti dalle parole di Church, tanto che al Sun decisero di ripubblicare l’articolo l’anno successivo alla vigilia di Natale. Ma, in realtà, lo fecero ogni anno finché la testata chiuse i battenti nel 1950.

«Yes, Virginia, There is a Santa Claus» («Sì, Virginia, Babbo Natale esiste»), è diventato il simbolo americano del Natale; tradotto in oltre venti lingue, ha ispirato film e canzoni, racconti e spot pubblicitari, e ancora oggi viene letto alla Columbia University di New York (l’università frequentata da Church e in seguito anche da Virginia) nella cerimonia che precede le festività natalizie. «Nessuno vede Babbo Natale, ma non significa che non esista», diceva Church nella sua risposta; eppure c’è un luogo dove questa magia è possibile. Si trova lassù, ai confini del mondo, dove la notte tarda ad arrivare ed il giorno si fa largo a fatica, dove pennellate di luci multicolori danzano e si intrecciano nel cielo mentre il bianco, distendendosi sulla terra, si rende complice di elfi e folletti che si vogliono nascondere agli occhi degli uomini. Questo luogo magico è Rovaniemi. 

Qui Babbo Natale ha stabilito la sua dimora, qui lavora instancabile ogni giorno dell’anno per preparare i doni che gli vengono chiesti da tutti i bambini della terra. In questo piccolo angolo nel cuore della Lapponia, alle porte del Circolo Polare Artico, il grande vecchio con la barba bianca ha radunato gli elfi, suoi fedeli aiutanti, e costruito un villaggio dove la calda atmosfera natalizia non si disperde con lo sciogliersi della neve. Rovaniemi, infatti, è l’unico posto al mondo dove è possibile incontrare Babbo Natale ogni giorno dell’anno. 
Santa Claus Village - Rovaniemi (Finlandia)
Il Santa Claus Village si trova a circa 8 chilometri dalla città. Circondato da una foresta di conifere, che gli offre protezione e riparo, è l’immagine reale di ogni sogno di bambino, con tanto di musiche natalizie a fare compagnia. Enormi pupazzi di neve e sculture di ghiaccio fanno corona a casette di legno innevate e rallegrate da migliaia di luci e colori, così come avviene per la miriade di abeti che accompagnano il cammino dei visitatori. Là, accanto ad un albero alto 10 metri, che emana una candida luce, sorge una casa con un enorme tetto a punta: sembra quasi un bizzarro cappello messo lì a riparare dal freddo non tanto l’ospite quanto i visitatori che, colpiti dal richiamo della sua brillantezza, si avvicinano per curiosare. Un cartello avvisa che ci si trova di fronte al Santa Claus Office, l’ufficio di Babbo Natale; tre pupazzi di neve, alti tre metri, stanno lì a fianco come sentinelle giocose con tanto di sciarpa al collo, sempre in posa per una foto ricordo. 

Entrare nel Santa Claus Office, è come attraversare una linea temporale nella quale adulti e bambini si ritrovano a vivere un’esperienza fuori dal mondo e dalla realtà. Appese alle pareti dei corridoi, fotografie e lettere di bambini scritte nelle lingue più diverse, mentre le luci soffuse ti avvolgono come in un sogno intanto che aspetti il tuo turno, seduto sulla panca di legno. 
Santa Claus Office - Rovaniemi (Finlandia)
 Ma l’emozione più grande ti prende quando quella porta in fondo al corridoio si apre e ti svela il mistero più grande dell’infanzia. I ricordi corrono veloci e un’invisibile macchina del tempo ti riporta all’età della piccola Virginia, quando le domande e le risposte non sempre avevano lo stesso peso. Non c’è nulla che non coincida con l’immagine che ognuno ha di Babbo Natale. Il vestito rosso, la lunga barba bianca, la comoda poltrona di velluto su cui riceve gli ospiti, il grande camino sempre acceso, la scrivania di legno dove trascorre ore e ore intento a lavorare, e il sacco con cui trasporta i giocattoli durante la Notte Santa. La calda atmosfera ti avvolge, e quasi vorresti tornare ad essere un bambino e sederti sulle ginocchia di quel vecchio signore paffuto ad esprimere almeno uno dei desideri che hai nel cuore. 

Di questo sogno si può continuare ad essere protagonisti insieme agli elfi che si trovano proprio davanti a te, nel Santa Claus Main Post Office, l’Ufficio Postale di Babbo Natale, intenti a leggere e smistare le centinaia di richieste che arrivano ogni giorno al villaggio. Si può anche scrivere una lettera o una cartolina ai propri cari o agli amici; verrà posto uno speciale annullo e sarà spedita ovunque nel mondo, dagli elfi stessi. E se si vuole carpire i segreti dei magici spiritelli basta andare nel Santa Park, il parco giochi scavato nella roccia. Qui si possono vedere gli elfi intenti a costruire i giocattoli nel loro laboratorio, partecipare agli spettacoli che preparano per i visitatori, imparare a ballare le loro danze, magari frequentare uno dei loro corsi per ottenere il diploma di elfo. In più si può gustare il pan di zenzero, ammirare le sculture di ghiaccio e vedere la mitica slitta di Babbo Natale! 

Ma la cosa più straordinaria del villaggio è scoprire uno dei segreti più segreti dell’universo: il regolatore della velocità di rotazione della terra. È una sorta di orologio a pendolo completato da un meccanismo straordinario che permette di trasformare i minuti in ore e dare così la possibilità a Santa Claus di fermare il tempo e portare i regali a tutti in una sola notte. Ecco perché quando si è bambini e si aspetta l’arrivo di Babbo Natale il tempo non passa mai! 

Naturalmente nel mondo di Babbo Natale non potevano mancare le renne! Lui sa che senza il fondamentale apporto di questi animali è impossibile la consegna di tutti i regali in una notte, per questo tiene moltissimo al loro benessere e se ne occupa con particolare dedizione. Pare che le alleni una per una ogni giorno facendo lunghe passeggiate tra le foreste innevate, nell’area circostante il villaggio. E se si desidera incontrare Santa Claus mentre scivola con la sua slitta sui sentieri che percorrono il paesaggio incontaminato della Lapponia, si può partecipare ad uno dei safari con le renne che vengono organizzati lì a Rovaniemi. Solitamente si visita una fattoria - dove è possibile incontrare gli allevatori e conoscere il ruolo di questi docili animali nell’economia e nella cultura dei popoli nordici - e si sceglie la renna alla quale verrà fissata una slitta che ogni passeggero dovrà guidare. E poi, via tra boschi, vallate e colline, alla scoperta di un paese che ospita l’invisibile confine del Circolo Polare Artico, oltre il quale ci sono solo le leggende di leggendari uomini che hanno fatto la storia.
Ma attenzione: quando scegliete la renna che sarà la vostra compagna di viaggio, guardate attentamente il suo muso. Chissà, che non sia proprio Rudolph, la renna con il naso rosso che accendendosi illumina le strade del cielo nella notte di Natale. Vi potreste trovare improvvisamente lassù, in compagnia di elfi e folletti, a cavalcare i guizzi di luce dell’aurora boreale, come ragazzini spensierati senza età né tempo. (Tratto da 50&Più-n. 11, 2012)


ROVANIEMI, UNA CITTÀ A FORMA DI RENNA

Non è certo una metropoli, si visita tranquillamente a piedi in una giornata, ma è uno dei centri abitati più a nord del mondo. Capitale della Lapponia finlandese, Rovaniemi si trova a pochi chilometri dal Circolo Polare Artico ed è una città moderna e funzionale. 
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu occupata dai tedeschi e da questi completamente rasa al suolo. Tra il 1944 e il 1945 venne decisa la sua ricostruzione e il progetto fu affidato ad un grande architetto dell’epoca, il finlandese Alvar Aalto. Questi fece la pianta della città a cui diede la forma di una renna stilizzata, e ridisegnò alcuni tra gli edifici più importanti tra cui il Municipio, la Camera della Lapponia, e la Biblioteca. 
Nel visitare Rovaniemi, da non perdere il ponte Jätkänkynttilä, una moderna costruzione sulla quale è fissata la “fiamma eterna”, simbolo della città, e l’Arktikum, un modernissimo centro congressi, sede di un museo sulla vita e la cultura del popolo lappone, partendo dalla preistoria. (Tratto da 50&Più-n. 11, 2012)

Il ponte Jätkänkynttilä-Rovaniemi (Finlandia)
























Per saperne di più e per il tuo viaggio a Rovaniemi:

Melbourne, un tesoro tutto da scoprire 

di Loris Porcheri


«Melbourne si estende su un'area immensa. E' una città maestosa tanto dal punto di vista architettonico quanto per le sue dimensioni. Dispone di un elaborato sistema tramviario; dispone di musei, college, scuole, giardini pubblici, elettricità, gas, biblioteche, teatri, centri minerari, centri per il commercio della lana, centri per le arti e le scienze, camere di commercio, navi, ferrovie, un porto, club ricreativi, club giornalistici, club di equitazione e un club per proprietari terrieri, e tante chiese e banche. In una parola, essa possiede tutto ciò di cui necessita la moderna metropoli. E' la città più grande dell'Astralasia, e occupa il posto con onore e autorità».
Uno spot pubblicitario? Non proprio... E' la descrizione che Mark Twain fece della città nel suo Seguendo l'Equatore. In viaggio intorno al mondo, pubblicato nel 1897, nel quale offriva uno spaccato del mondo coloniale dell'epoca, e riconosceva la “maestosità” della città. 

E' trascorso oltre un secolo d'allora, ma l'immagine che Melbourne offre di sé oggi non è dissimile da quella che colpì lo scrittore americano: elegante, colta, vivace, moderna, ma anche una città che grazie all’attenzione alla qualità dei servizi unita al basso livello di criminalità viene considerata la più vivibile del pianeta. Una palma assegnatale recentemente dall'Economist Intelligence Unit, che in base a specifici parametri (tutela ambientale, attività culturali, sistema sanitario, infrastrutture, sistema educativo) l'ha innalzata al top della classifica.

Capitale dello Stato di Victoria, cosmopolita, crocevia di culture e religioni Melbourne è la seconda città australiana per dimensioni dopo Sydney, e quella in cui la presenza italiana è più nutrita: ben 1.200 milioni (già alla terza generazione) dei suoi 4milioni di abitanti provengono dal l'Italia. Pur essendo una moderna metropoli ha comunque conservato la tranquillità e il vivere bene dei piccoli centri: qui tutto è slow, la vita scorre lentamente, la frenesia è bandita dalla quotidianità. Ma è un errore credere che sia una città sonnolenta; cultura e mondanità la fanno da padrone, così come divertimento e creatività. Ristoranti, caffè, pub, locali notturni, boutique, librerie, musei e gallerie d’arte, mercati multietnici persino il casinò più grande del Paese, animano i quartieri ad ogni ora del giorno e della notte. Eventi artistici, culturali e sportivi le regalano quel tocco di intellettualità che la rendono più simile alle metropoli occidentali di ogni altra città australiana.
Non solo, per la sua eleganza (non per nulla Melbourne e’ considerata la Fashion Capital Australiana) dal 21 Luglio 2004 Melbourne e’ gemellata con Milano.
Collins street, “la 5’ strada Australiana” ne è il cuore con i suoi negozi di stilisti, ovviamente tutti Italiani e con il nuovissimo negozio “Tiffany” in bella mostra.
Melbourne miscela sapientemente il fascino dell’era vittoriana con la modernità e l’avanguardia architettonica del XXI secolo.
Fondata nel 1835 in prossimità del fiume Yarra, su territori acquisiti con scaltrezza agli aborigeni da due imprenditori inglesi, John Batman e John Pascoe Fawkner, che li barattarono con coperte, asce e paccottiglia, ebbe il suo massimo splendore intorno alla metà del XIX secolo a seguito della scoperta di giacimenti auriferi in quell'area, scoperta che determinò un boom economico vertiginoso. Il miraggio di veder realizzato il proprio sogno nell’eldorado australiana fu irresistibile: accorsero in migliaia da ogni parte del mondo e la piccola comunità che inizialmente contava poche centinaia di persone in pochi anni superò i 123mila abitanti. Insieme alla popolazione crebbe a dismisura anche la città che diventò una fiorente metropoli tanto da meritarsi l’appellativo di Marvellous Melbourne, meravigliosa Melbourne.
Fu questo il periodo in cui l’architettura vittoriana diede il meglio di sé rendendo quest’angolo d’Australia uno specchio della vecchia Europa.

La corsa all’oro terminò sul finire del secolo ma le testimonianze di quell’intenso periodo si possono ancora ammirare passeggiando per le sue vie dove antico e moderno si rincorrono in un’alternanza di storia e futuro.





Il Royal Exhibition Building, del 1880, ha ospitato la prima seduta del primo Parlamento australiano, nel 1901. L’edificio si trova all’interno dei Carlton Gardens e con essi è stato designato dall’Unesco, patrimonio dell’umanità. Al suo fianco il Melbourne Museum, sei piani di tecnologia d’avanguardia; tra i suoi spazi il Bunjilaka Aboriginal Center, dedicato alla cultura aborigena e la Forest Gallery con 8.000 alberi di 120 specie.





Queen Victoria Market è un’altra istituzione. Nato nel 1866 come mercato della carne ancora oggi è meta di turisti e non. Frutta e verdura, ma anche carne, pesce, gastronomia proveniente da ogni parte d’Australia a prezzi competitivi fanno bella mostra su decine di banchi. Frequentatissimo anche il settore non alimentare dove è possibile trovare prodotti artigianali aborigeni.





Presso i Fitzroy Gardens si trova il Cook’s Cottage, la casa del capitano James Cook (nella quale in realtà non ha mai abitato). Realizzata in Inghilterra nella metà del '700 è stata smontata e ricostruita qui nel 1934, per festeggiare i cento anni della fondazione della città
Altro simbolo di “antica modernità” è Flinders Street Station, la prima stazione ferroviaria del continente e ancor oggi snodo ferroviario metropolitano della città. In arenaria color miele, ha la facciata costellata di orologi tanto che “under the clocks” è diventato il punto di ritrovo privilegiato da decenni.
Di fronte alla stazione, un’altra delle mete turistiche più frequentate: Federation Square, sede di importanti eventi culturali nazionali e internazionali (oltre duemila l’anno), sfilate di moda, conferenze e concerti. Ma anche ristoranti, bar, negozi, agenzie turistiche. Federation Square Complex, una mirabile alchimia di vetro, zinco, arenaria, e acciaio ospita, tra gli altri, l'Australian Centre for the Moving Image dedicato all’arte visiva (cinema, televisione, digitale) con rassegne di film e festival cinematografici; Ian Potter Centre, dedicato all’arte australiana; l’Ngv Kids Center, nel quale programmi appositamente studiati stimolano la creatività dei bambini.

Ma se si desidera “abbracciare” la città in un colpo solo, non c’è niente di meglio che salire sull’Eureka Tower.



91 piani distribuiti in 300 metri di altezza è il grattacielo più alto al di sotto dell’Equatore. Deve il suo nome ad una vicenda storica conosciuta come Eureka stockade, la rivolta dei minatori avvenuta il 3 dicembre 1854, e finita tragicamente. Anche l’architettura di questo magnifico grattacielo richiama quell’evento: l’oro che riveste gli ultimi dieci piani simboleggia la febbre dell’oro dell’epoca, la striscia rossa il sangue versato durante quella battaglia, il colore blu e le strisce bianche la bandiera. All’88 piano, un'emozione ancora più forte: The Edge. E' un cubo sporgente di vetro opaco che, premendo un pulsante, diventa trasparente. Sospesi lassù, si può osservare Melbourne a 360°: monumenti, parchi, grattacieli, il fiume Yarra che l'attraversa tortuoso dividendola in due... la vita che scorre lenta, il passato che si mescola al futuro... Lo sguardo arriva fino alle montagne di Dandenong Ranges e alla baia di Port Phillip...
Diceva Mark Twain: «Melbourne una città maestosa (…) e occupa il posto con onore e autorità». Come dargli torto.
Una città maestosa, che all’interno dei suoi meravigliosi Giardini Botanici, nasconde il suo santuario ai caduti delle guerre, un’icona nascosta della storia australiana (Shrine of Rimembrance, questo il suo nome)
Un ricordo ai caduti di tutte le guerre, le cui celebrazioni il 25 Aprile e l'11 Novembre ricordano i ragazzi “caduti” per il mantenimento della pace nel mondo (l’Australia, essendo paese del Commowealth, è coinvolta in tutte le odierne spedizioni militari soprattutto nel Medio Oriente).

Per saperne di più e per il tuo viaggio in Australia: 
http://www.loristravel.com/australiainitalian.htm 



La Lituania. Viaggio al centro dell'Europa


Vi siete mai chiesti dove si trova il centro dell’Europa? Beh, la risposta è: in Lituania, vicino al villaggio di Purnuškės, a 26 chilometri a nord di Vilnius, la capitale del Paese. Una colonna di granito bianco, sulla cui cima campeggia una corona di 12 stelle d’oro (simbolo della Comunità europea) indica il centro geografico europeo stabilito dall’Istituto Geografico Nazionale francese, permettendo l’iscrizione della Lituania nel libro dei Guinness dei primati.


Il Centro geografico dell'Europa (Foto LithuanianTravel.it)


Entrata a far parte della Comunità europea il 1° maggio del 2004, la Lituania ha alle spalle una storia millenaria ed un ricco patrimonio storico-culturale testimoniato dalle città di Vilnius, Kaunas, Klaipėda e Kėdainiai, con la loro ricca eredità barocca e neoclassica, e le antiche capitali Kernavė e Trakai, la cui architettura ci riporta alle corti e ai castelli del Medioevo.



Il castello di Trakai (Foto LithuanianTravel.it)


Estesa come tre volte l’Emilia Romagna, ma con un numero di abitanti di gran lunga inferiore (52 per chilometro quadrato contro i 300 del nostro Paese), la Lituania ha un territorio caratterizzato da centinaia di laghi, da foreste e boschi. 
La natura, infatti, è parte integrante di questa nazione che vanta 5 parchi nazionali (Aukštaitija, Dzūkija, Žemaitija, il parco della Penisola dei Curoni, il parco storico di Trakai) e 30 parchi regionali; le aree protette sono l’11 per cento del territorio nazionale. 
Sentieri per escursioni a piedi, a cavallo e in bicicletta, piazzole per il riposo e per ammirare gli uccelli e le loro vie d’emigrazione, fanno di questi luoghi uno dei punti d’attrazione della Lituania.



Foto LithuanianTravel.it

Foto LithuanianTravel.it



La capitale Vilnius è la città più grande del Paese. Fondata nel 1323, il suo centro storico è il più antico dell’Europa dell’Est; nel 1994 è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. 
L’Università di Vilnius, fondata nel 1579, è tra le più antiche università europee dell’est e conserva nella sua biblioteca 180.000 tra scritti e stampe, e la più grande collezione di mappe in Europa. 
Accanto alla parte antica c’è una Vilnius moderna con numerosi negozi, caffè e ristoranti ed una vivacissima vita notturna. 



Vilnius (Foto Lithuaniantravel.it)




Altra attrazione del Paese è la Collina delle Croci, un luogo sacro visitato nel 1993 anche da papa Giovanni Paolo II. 
Situata in prossimità della città di Šiauliai, è costituita da circa 50mila croci di varie dimensioni. Le origini della collina si ammantano di leggenda: forse le prime croci furono piantate sopra i ruderi di un castello distrutto nel Trecento, forse la collina era luogo di culto pagano oppure il simbolo dei primi cristiani del Paese. 
Durante il periodo sovietico le croci vennero distrutte più volte ma ricomparvero ogni volta più numerose a testimonianza della profonda fede religiosa del popolo lituano. 

La Collina delle Croci (Foto Lithuaniantravel.it)


Paese ricco di tradizioni, la Lituania scandisce il trascorrere del tempo con ricorrenze le cui radici si possono ritrovare sia in culti cristiani che pagani. 

Anche il Natale ha qualcosa di magico; si racconta, per esempio, che il 25 dicembre dai pozzi sgorghi il vino che porterà fortuna a coloro che lo bevono. Lo scambio dei regali avviene però l’ultima notte dell’anno, che viene festeggiata con una cena grandiosa composta da dodici portate, una per ogni mese, a base di legumi, pesce, latticini, per finire con i kuciukai, biscotti tradizionali accompagnati da latte aromatizzato ai semi di papavero. 
Le festività natalizie terminano il 6 gennaio con la processione dei re Magi che a Vilnius attraversano la città vecchia ed arrivano alla piazza della Cattedrale per la consegna dei doni a Gesù Bambino. 

Il martedì grasso viene festeggiato nelle strade da adulti e bambini mascherati che attendono la mezzanotte per bruciare Morè, il pupazzo simbolo dell’inverno che se ne va. 

La domenica delle Palme la città di Vilnius si riempe di coloratissime palme lituane, particolari composizioni di fiori secchi, che si producono solo nei dintorni della capitale. 



Palme lituane (Foto Lithuaniantravel.it)



Nei primi giorni di marzo si rende omaggio a san Casimiro, il patrono del Paese, con una grande festa e con lo svolgimento della tradizionale Fiera. Le città si trasformano in mercatini artigianali nei quali si possono acquistare oggetti in legno, ceramica e mangiare prodotti tipici locali. 



Balli tradizionali nei costumi locali (Foto Lithuaniantravel.it)


La notte del solstizio d’estate tra il 23 e il 24 giugno, si torna in strada per la Festa della Rugiada. Balli e canti tradizionali, spettacoli pirotecnici animano le città; si racconta che anticamente gli uomini attraversassero il fuoco per propiziarsi salute e fortuna ed allontanare il male. 
Pare anche che la rugiada raccolta quella notte abbia potere taumaturgico; chi vuole, invece, conoscere il proprio futuro può farselo predire attraverso la lettura dei fiori. 

Per saperne di più:  www.turismolituano.it



Salisburgo, la città dove Mozart vorrebbe vivere

E’ tra le città d’arte più famose del mondo ma anche il luogo nel quale i programmi culturali d’alto livello  fanno da richiamo per migliaia di visitatori durante tutto l’anno.
Dichiarata patrimonio culturale dell’umanità dall’Unesco, Salisburgo è costellata di musei, teatri gallerie d’arte; città natale di Mozart ha tra le attrazioni principali il Duomo, la fortezza di Hohensalzburg, la chiesa dei francescani, i giardini di Mirabel e, naturalmente, la casa del grande compositore.

Una panoramica di Salisburgo (Foto Ente per il Turismo di Salisburgo)



Chi volesse trascorrere le feste di fine anno in questa città, tra mercatini, presepi, canti, mele al forno e vin brulè, deve sapere che le celebrazioni per il Natale iniziano il 24 dicembre alle h.12.00 con i tradizionali colpi di archibugio sparati dai tiratori dalla fortezza di Hohensalzburg; segue il concerto nella sala della fortezza e, alle 14.00, la celebrazione della messa nella cappella di St. George. Alle 15.15 gita con il nostalgico trenino dalla stazione ferroviaria locale fino ad Arnsdorf, per ricordare Franz Gruber e Josef Mohr, gli autori del celeberrimo canto natalizio Astro del ciel.
Tra gli eventi in programma segnaliamo i canti e i concerti dell’Avvento nel monastero di St. Peter e nella Fortezza (fino al 23 dicembre) e lo spettacolo di Capodanno al Teatro delle Marionette. 
La notte di San Silvestro il centro storico si trasforma in una gigantesca pista da ballo con musica dal vivo, gastronomia, rintocchi di campane e fuochi d’artificio a salutare l’arrivo del nuovo anno.
Il 1° gennaio il tradizionale concerto di Capodanno al Großes Festspielhaus e al Mozarteum, ma l’appuntamento più prestigioso d’inizio anno è la Mozartwoche, dal 21 al 30 gennaio, durante la quale si possono ascoltare concerti d’orchestra, da camera e di pianoforte con i Wiener Philarmoniker e l’orchestra del Mozarteum di Salisburgo.

Per coloro che volessero abbinare la vacanza culturale all’attività sportiva, dal 18 dicembre al 6 marzo, è attivo un servizio gratuito di bus navetta che trasporta turisti ed abitanti del luogo da Salisburgo alle piste di Flachau, che distano 70 chilometri, e la sera li riporta in città. I visitatori sono accompagnati da una guida esperta che assiste anche nell’acquisto degli skipass e nel noleggio delle attrezzature.

Per chi desidera esplorare la natura lontano dalle piste di sci, nella valle di Saalbach-Hinterglemm c’è il sentiero Baumzipfelweg, il percorso sulle cime degli alberi più alto d’Europa dotato di scale, ponti, torrette e piattaforme in legno d’arice. Insieme al Golden Gate Bridge delle Alpi - il ponte pedonale sospeso più lungo del mondo, che si trova a circa 40 metri d’altezza ed è lungo 200 metri – il sentiero offre spettacolari vedute sul paesaggio circostante (apertura fino alla fine di marzo, tutti i giorni dalle 11.00 alle 22.00).
Nelle immediate vicinanze di Salisburgo, sul monte Schafberg, è stato inaugurato un sentiero didattico integrato da pannelli informativi dedicati a vari temi: neve, valanghe, tutela della natura, caccia, animali selvatici. Il sentiero può essere percorso anche con visite guidate.

Per saperne di più: www.salisburghese.com

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