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Benessere



Il segreto di una corretta postura? 
CONSAPEVOLEZZA E COSTANZA 

di Alessandro Mascia*



«Il corpo richiede attenzione anche quando non è in movimento. Come durante le ore trascorse al computer. Poche regole possono salvarci la schiena: l’importante è abituarsi ad un atteggiamento corretto»




L'evoluzione della specie ha impiegato millenni perché l’Homo diventasse Erectus. E soltanto altri 40 anni per diventare Sedutus. Fermo restando il fatto che la biomeccanica dell’essere umano è conformata per assolvere nel modo più performante possibile alla funzione del movimento e del dinamismo, dobbiamo comunque confrontarci con la realtà della scrivania e, in particolare, di quest’ultima in rapporto all’utilizzo del computer. Un concetto da tener sempre presente è che “la vita è movimento e il movimento è vita”, ed è sempre opportuno concedersi del tempo da dedicare all’attività motoria, anche il solo camminare. 


Dopo questo doveroso antefatto, vanno chiariti alcuni peculiari aspetti del controllo “consapevole” della posizione corretta del nostro corpo rispetto al piano di lavoro della scrivania e di come dobbiamo stare seduti al computer. Dico “consapevole” perché il mantenimento della postura corretta è sempre frutto di un atto volontario. 

L’automatismo (involontario) della postura corretta non esiste, in quanto il sistema muscolo-scheletrico tende sempre ad abbandonarsi alla forza di gravità per il principio del maggior risparmio energetico possibile che il corpo attua in tutte le situazioni. 


Il vero automatismo è, invece, l’abitudine a posizionarsi sempre in modo corretto, mantenendo poi sempre il controllo della posizione. 



La sedia deve avere una altezza da terra tale da permettere di tenere i piedi ben poggiati sul pavimento. Sarebbe quindi opportuno avere a disposizione una sedia regolabile in altezza. Il bacino deve essere posizionato il più indietro possibile sulla seduta della sedia, in modo tale da avere un appoggio completo delle cosce sulla sedia fino a toccare, con la colonna e il bacino stesso, lo schienale della stessa. Si deve avere la percezione di poggiare su due ossa (le cosiddette tuberosità ischiatiche) che si trovano sotto il bacino, in profondità, ricoperte dai glutei. Dobbiamo immaginarle come se fossero i piedi del tronco in posizione seduta. La colonna deve essere mantenuta in posizione eretta (come se si dovesse cercare di crescere di 1 centimetro), in appoggio sullo schienale. L’altezza del tavolo deve essere tale da permettere di poggiare comodamente i gomiti sul piano di lavoro e quindi la tastiera leggermente distante da noi, in modo tale da poter muovere le mani in modo naturale e non forzato. 

Spesso, il ripiano estraibile per la tastiera dei tavoli studiati appositamente per il computer, non offre la possibilità di poggiare correttamente e comodamente i gomiti. Questo vuol dire che la sospensione delle braccia e delle mani, per l’utilizzo del mouse e della tastiera, deve essere sostenuta esclusivamente dai muscoli superiori delle spalle. La conseguenza diretta è un costante e progressivo sovraccarico della colonna cervicale e dorsale, nonché delle spalle stesse. Quindi: gomiti e polsi sempre in appoggio. 

L’appoggio dei gomiti è molto importante in quanto il mouse deve essere manovrato soltanto con il polso, mentre l’avambraccio deve essere completamente poggiato sul tavolo. Il gomito non deve essere, come a volte capita di vedere, sospeso in aria, perché nel tempo possono strutturarsi delle tensioni muscolari che possono procurare dolori all’arto superiore (tipo epicondilite), alla spalla (tipo sindrome da conflitto a carico del tendine del sovraspinoso), e alla colonna cervicale, con possibili cervico-brachialgie. 

Altra condizione importante è il posizionamento dello schermo del computer. Quest’ultimo deve essere evidentemente frontale rispetto al nostro assetto e, inoltre, deve trovarsi all’altezza degli occhi in modo tale da non dover guardare verso il basso portando, quindi, la colonna cervicale in inversione di curva (può essere sufficiente posizionare dei libri sotto lo schermo per poterlo rialzare). Inoltre, per non stancare o sovraccaricare troppo la vista, è opportuno posizionare lo schermo ad almeno 60-70 centimetri di distanza dagli occhi. 

Esistono nel nostro corpo, a livello inguinale e dietro le ginocchia, delle zone di passaggio di strutture vascolo-nervose che, in una prolungata posizione seduta, possono entrare in sofferenza. Queste zone, se compresse a lungo, possono provocare stasi venosa e linfatica agli arti inferiori e, quindi, conseguente gonfiore ai piedi e alle caviglie. 

È importante, dunque, alzarsi e fare qualche passo a intervalli di tempo regolari, possibilmente senza superare l’ora in posizione seduta. È oltremodo importante, sempre per prevenire stasi agli arti, non accavallare le gambe per periodi di tempo prolungati. 

Come per tutte le posizioni mantenute per lungo tempo è consigliabile, prima e dopo, effettuare esercizi di allungamento dei muscoli della colonna e degli arti inferiori, in modo tale da evitare a quest’ultimi di restare rigidi e corti. 

Ribadisco il concetto iniziale: “Il movimento è vita”. È importante riuscire, sempre e comunque, a trovare del tempo per fare dello sport leggero all’aria aperta o, perlomeno, una bella passeggiata di almeno 45-60 minuti senza mai fermarsi.

Sapete che...

È importante abituarsi ad una posizione seduta corretta: piedi ben piantati a terra, bacino ben accostato alla seduta della sedia e colonna eretta.

Per evitare un sovraccarico della colonna cervicale, dorsale e delle spalle, i gomiti
devono sempre poggiare comodamente sul piano di lavoro. 

Per non affaticare troppo la vista, è opportuno posizionare lo schermo ad almeno 60-70 centimetri di distanza dagli occhi.

Ogni giorno sarebbe importante dedicare 45-60 minuti del proprio tempo per fare una passeggiata all’aria aperta, senza fermarsi.
 

(Articolo tratto da 50&Più - n. 1 - 2012)


*Osteopata D.O.-Fisioterapista

Per saperne di più e per contattare il dottor Alessandro Mascia:
atlantideritrovata.atlantide@gmail.com
 


Non solo malasanità

Sono trascorsi 30 anni da quel 1980, quando per iniziativa dell'associazione Cittadinanzattiva nasceva il Tribunale per i Diritti del Malato, una rete composta da cittadini comuni, professionisti e operatori sanitari che, a titolo volontario, sono impegnati a tutelare e promuovere i diritti delle persone nell'ambito dei servizi sanitari ed assistenziali. 
L'attività del Tribunale del Malato è volta essenzialmente alla rimozione di situazioni di sofferenza inutile ma anche a mobilitare le coscienze e a rendere efficaci tutti i cambiamenti necessari a modificare le realtà nelle quali esistono diritti violati.
Nel 2006, per la sua attività il Tribunale per i Diritti del Malato è stato insignito della Medaglia d'oro al merito della Sanità pubblica da parte del Presidente della Republica italiana.
Il 18 novembre, alle h. 10.00, presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica a Roma, si svolgerà la cerimonia finale per le celebrazione del Trentennale di attività del Tribunale. In quell'occasione saranno presentati i dati del Rapporto Pit salute e verranno premiati i vincitori del premio Alesini 2010, un riconoscimento che valorizza l'umanizzazione delle cure destinate soprattutto ai bambini, anziani e malati mentali. Un Premio, quindi, volto a evidenziare come nel nostro Paese non esiste soltanto la malasanità. 


Una corsa contro il tempo...

Prendi un'associazione senza scopo di lucro, una malattia che colpisce 6 persone ogni 100 abitanti, una terapia che ancora non esiste, ed uniscile ad un documentario sulla vita dei pazienti, una serata di solidarietà, un incontro con degli esperti per meglio conoscere la malattia... La serata del 24 novembre, dedicata alla sensibilizzazione ed alla raccolta fondi per la ricerca sulla Sla (Sclerosi Amiotrofica Laterale) sarà tutto questo e molto di più. 
L'appuntamento è al Teatro Auditorium "San Leone Magno", Via Bolzano, 38 Roma, ore 21.00; l'evento è organizzato dall'associazione statunitense Prize4life, una onlus la cui missione è quella di accelerare la scoperta di una terapia in grado di salvare la vita a chi è affetto da questa malattia invalidante.

Per coloro che non potranno partecipare alla serata ma volessero contribuire alla ricerca, possono farlo: 
- con Bonifico bancario: conto corrente intestato a "Prize4Life Italia Onlus" presso Banca Sella Telematica.
Codice IBAN: IT75W0326822300052896057530 
- con Assegno intestato a "Prize4Life Italia Onlus, Via Cremera, 11 - 00198 Roma


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